Tra il 10 maggio e il 21 giugno 1933 si svolsero numerosi roghi in trenta città universitarie tedesche, tra cui Amburgo, Heidelberg, Friburgo, Ratisbona, Tubinga, Francoforte, Göttingen, Cologna, Dortmund, Norimberga, Würzburg, Hannover, Monaco. Ma il più spettacolare fu organizzato nella piazza del Teatro dell’opera a Berlino, la sera del 10 maggio 1933. Sull’Opernplatz furono bruciati tutti i libri considerati dai nazisti contrari alla cultura germanica. Vennero colpiti gli autori ebrei, comunisti, socialisti e tutti coloro che erano stati sostenitori dell’abbattuta Repubblica di Weimar. Nelle fiamme arsero titoli di Thomas e Heinrich Mann, Sigmund Freud, Joseph Roth, André Gide, Heinrich Heine, Herbert Marcuse, Albert Einstein, Marcel Proust, Karl Marx, Bertolt Brecht e tanti altri. Aveva ragione Heinrich Heine. “Dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man auch am Ende Menschen”. “Là, dove si bruciano i libri, si finisce col bruciare anche gli uomini”. I nazisti, col loro delirio razzista, diedero compimento anni dopo alla triste profezia.
L’evento assunse i caratteri di una cerimonia ufficiale, quasi religiosa. Furono curati gli aspetti scenici, le musiche, i canti, l’illuminazione. I libri furono accompagnati da una marcia alla quale presero parte i professori in toga, gli studenti, soldati delle SA e delle SS. Dopodiché furono cosparsi di benzina e arsi con l’aiuto di tecnici e pompieri. Le fiamme si levarono sopra la piazza del Teatro dell’opera alle undici e mezza di notte.
Non dimentichiamolo
Oggi, a ottanta anni di distanza da quella che fu una delle date più plumbee nella storia della cultura europea, Radio3 Rai ha deciso di ricordare questa terribile ricorrenza e in ogni trasmissione sta adottando un libro, o un autore, tra quelli bruciati nel rogo di Berlino. Molti altri anno deciso di aderire all’iniziativa e stanno facendo la stessa cosa. Sarebbe un bel gesto di civiltà se nei blog e nei profili dei social network ciascuno di noi ricordasse un libro o un autore indesiderato. Hastag #maipiulibrialrogo
L’orrore più grande è nei visi dei ragazzi che buttano i libri nel rogo, sorridendo – il popolo è sempre disposto a compiere le peggiori nefandezze… sarebbe bello sapere che tipo di vite hanno avuto, poi, quelle persone..
Già, chissà che tipo di vita hanno avuto poi. Magari normale, apparentemente. Come l’hanno avuta, del resto, molti carnefici.
molto interessante davvero.
Grazie occorre non dimenticare
Fatto!
Ben fatto!
di questo fatto non ero a conoscenza, però leggendo l’articolo mi è tornato alla mente un film: Fahrenheit 451
dove una pattuglia di pompieri gira per la città e distrugge ogni tipo di libro perchè i libri rendono la vita triste; ci sono però gli “uomini libro”, che cercano di preservare il contenuto dei libri imparandone a memoria il testo.
Salviamo la cultura così come gli alberi.
MASSIMO