Vivere con i libri #7 E scusate se torno di nuovo su Emma Bovary

madamebovary

Non ha importanza sapere se Flaubert abbia mai pronunciato veramente la celebre frase “madame Bovary c’est moi”. Verità storica o falso letterario che sia, l’affermazione è comunque felice, perché racchiude quel processo simbiotico che deve avere inevitabilmente accompagnato l’autore durante il lavoro. Una simbiosi che si manifestava anche in una sofferenza fisica di cui Flaubert più volte parla alla sua Luoise Colet. “Ah la Bovary! Me ne ricorderò! Mi pare che sottili lame di temperini mi penetrino nelle unghie e ho quasi desiderio di digrignare i denti”, scrisse dal rifugio di Croisset. E ancora, in un’altra lettera buttata giù alle due di notte: “ Dalle due del pomeriggio sono con la Bovary. (…) sudo e ho la gola chiusa. (…) quando ho scritto quella frase ho avuto un attacco di nervi, ero così fuori di me, sbraitavo così forte, sentivo profondamente quel che la mia piccola donna provava”. Solo questo procedimento maniacale poteva portarlo a descrizioni di una intensità profonda e audace al tempo stesso: quando si incontra con Léon in albergo, Emma si sveste “brutalmente”, strappando il legaccio sottile del busto, che le vibra attorno ai fianchi “come una biscia che scivoli”. E al lettore pare di sentirlo il sibilo.
Sartre ha scritto che in Madame Bovary Flaubert si è travestito da donna. Vi è del vero in questa affermazione, perlomeno se la si vuol interpretare nel senso che Emma è la donna, così come la creerebbe un uomo, animal pur. Baudelaire, grande ammiratore dell’opera, sostenne, invece, che Flaubert, incapace di svestirsi della sua identità sessuale e di farsi donna, infuse il suo “sangue virile” nell’eroina. È così che Emma si eleva a donna ideale, almeno per l’uomo, dotata di ambizione, immaginazione e furore erotico. È così che si ottiene un’inversione del prodotto, e che i difetti della signora Bovary diventano qualità. Come Pallade armata, uscita dal cervello di Zeus, l’eroina flaubertiana conosce tutte le seduzioni di un’anima virile in un piacente, affascinante corpo di donna.

5 risposte a "Vivere con i libri #7 E scusate se torno di nuovo su Emma Bovary"

  1. Pingback: Flaubert, il Cristo della letteratura | L'alternativa nomade

  2. “Madame Bovary” è uno dei romanzi che più mi ha affascinato nell’adolescenza. Ne ho parlato brevemente anch’io in un mio post dal titolo “Libri che cambiano la vita”. Buona serata!

  3. Emma è un personaggio straordinario, uno di quelli quasi materici, che ti sembra di toccare, di conoscere, di riconoscere. A Flaubert e alla sua Bovary si ispirò anche Svevo, per Alfonso Nitti ed Emilio Brentani, gli antenati di quel capolavoro di Zeno Cosini. E’ il mio modestissimo e personale parere, credo che Zeno sia il personaggio meglio costruito della storia della letteratura contemporanea! L’ho amato, odiato, mi ci sono riconosciuta, ho studiato fino a perdermi i percorsi della sua mente e ogni volta mi meravigliavo davanti alla maestria con cui Svevo gli ha dato vita.

  4. “Un infinito di passione può concentrarsi in un minuto, come
    una folla può raccogliersi in un modesto spazio.” [ cit.]

    struggente e eterno come non mai..

    mai stanca di ciitarla..

    stefy

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