Sentirete il premier Letta sproloquiare di ripresa alle porte, ma intanto il Pil continua a contrarsi. Sono di oggi i dati relativi al secondo trimestre del 2013, che registrano l’ottavo calo consecutivo.
Sentirete il ministro Bray fantasticare sul rilancio dei nostri beni culturali e paesaggistici; l’altro ieri ha dichiarato «Renderemo Sibari un bene d’eccellenza». Ma intanto in Liguria, solo per fare uno dei tanti esempi possibili, e sottolineo in Liguria, (non dunque nella martoriata, disgraziata e irreparabilmente persa Calabria) la celeberrima «Via dell’Amore», lo storico sentiero a picco sul mare che collega Riomaggiore e Manarola, nel Parco delle Cinque Terre, un luogo che quasi in ogni angolo del globo sarebbe trattato con la massima cura e attenzione possibili, resta chiusa dopo la frana che 12 mesi fa travolse e ferì 4 turiste australiane.
Questo non è l’unico Governo possibile, checché ne dicano i governanti stessi e i tromboni del Corriere della Sera, servili portavoce degli interessi finanziari e industriali favoriti da Letta&Co.
Questo è un governo, come del resto il precedente, e il precedente ancora, e il precedente ancora, che spegnerà le ultime, deboli speranze. L’Italia è un Paese aggrappato all’orlo del baratro con la punta delle dita. E su quelle dita danzano baldanzosi i nostri ministri. Mossi dai loro burattinai.
E quanti ce ne sono di burattinai in Italia!
Anche se tristemente, condivido in pieno.
Sembra di assistere al teatrino di un palcoscenico di burattinai, che giocano e tirano le fila di noi povera gente (anche se sempre più spesso, credo siamo solo un popolo di ignoranti caproni, in qualunque altro paese civile, il popolo si sarebbe smosso in massa, da tempo, per fare qualcosa).
Molto triste, ma è un atto che si ripete: sempre la stessa commedia dei pochi ricchi e potenti – e aggiungo profondamente indignata, per lo più ignoranti – che si beffano di chi questo paese lo ama e lo manda avanti nel suo piccolo, giorno dopo giorno.
Io la vedo molto dura, molto. Ma sono pessimista e catastrofica per natura.
Lo ammetto, io vivo bene (dove per bene intendo che ho una buona qualità della vita -serenità-sicurezza-benessere ambientale, non che sono benestante, sono due cose diverse) perché la mia è una piccola regione a statuto speciale. Sono molto autonomista e orgogliosa in questo.
Io mi sento italiana solo quando sono all’estero, e soffro perché alcune cose mi mancano. Ma essere italiani in Italia, è molto, molto sconfortante.
Vedremo che succederà. Vedremo.
E’ vero, la Calabria è irrimediabilmente persa.
Condivido pienamente l’analisi fatta, aggiungo solo una grande amarezza.
Massimo