Se c’è una cosa che mi ha sempre indignato del Corriere della Sera è quella consolidata abitudine di alzare i toni quando non si rischia niente, o poco. Quando il nemico è lontano il Corrierone diventa un leone, ma se si tratta di affrontare la battaglia in campo aperto al più si limita a zigare come un coniglio. Oggi ripropone l’antico vizio. Il caso è quello del segretario di Stato Usa John Kerry che nel 2009, allora era senatore del Massachusetts, si è seduto al tavolo per una cena con il presidente siriano, che ora paragona a Hitler. Le foto son state pubblicate dal Daily Mail e il Corriere le ha ripubblicate con tanto di commento per mettere in luce l’imbarazzante posizione di Kerry. Gli italiani non hanno certo bisogno di attendere le parole del quotidiano di via Solferino per comprendere le contraddizioni della politica estera statunitense, la gran parte di noi si è fatta un’idea chiara su quanto è accaduto in questi ultimi anni, dall’Afghanistan alla Libia passando per l’Iraq. Sicché ci interesserebbe di più sapere, per esempio, cosa pensa oggi il presidente Napolitano di Bashar al Assad. Come è noto tre anni fa, dopo una visita a Damasco, conferì l’onorificenza al leader siriano per “gli sforzi per la pace”.
Solo lo scorso anno ha ritirato l’onorificenza concessa. Un po’ tardi, visto che disordini in Siria vanno avanti da almeno 3 anni. Il sottosegretario Kerry ha cambiato idea in modo netto e ha accusato apertamente Assad di essere un delinquente e un assassino. Napolitano si è limitato a ritirare una medaglia concessa con troppa superficialità. Dall’alto della sua posizione il presidente della Repubblica potrebbe invece spiegarci se Assad, che prima era considerato il capo di Stato di una nazione indipendente e sovrana, è un dittatore sanguinario che massacra il suo popolo. Potrebbe, per esempio se il Corriere glielo chiedesse.
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