Il presidente Napolitano ha fatto sapere che l’insorgere di una crisi precipiterebbe il Paese in gravissimi rischi. Insomma ha ripetuto il suo tormentone: la stabilità politica è la condizione per il rilancio del Paese, ne va della credibilità della democrazia in Italia. Forte di questi argomenti, il capo dello Stato ha avvallato gli ultimi due governi, Monti e Letta, infischiandosene sostanzialmente dalla volontà degli italiani. Ora, noi siamo tradizionalmente un popolo dalla memoria corta. Tuttavia riusciamo a ricostruire, seppure a grandi linee, almeno le vicende dell’ultimo decennio. Ebbene, dal 2001 al 2006 l’Italia ha goduto della maggiore stabilità politica della storia repubblicana grazie al governo Berlusconi II, in carica dal 2001 al 2005, il più longevo del dopoguerra, e Berlusconi III, dal 2005 al 2006. Dal 2006 al 2008 abbiamo avuto il governo Prodi, poi altri tre anni abbondanti di governo Berlusconi, il IV. Se si considera che dal 1945 si sono susseguiti 65 governi con una durata media di un anno, è facile trarre le conclusioni. Insomma, nonostante la lunga durata degli ultimi governi siamo finiti dritti dritti dentro una crisi dai risvolti ancora incerti, almeno per noi (la gran parte degli altri Paesi hanno imboccato la ripresa). In barba al mito della stabilità politica e istituzionale e alle parole di Napolitano.
Dissento un po… Sarebbe come dire “dicono tanto di non fumare ma mia nonna che fumava è morta a 97 anni senza il cancro (vero tra l altro, grande nonna :-D), quindi si può fumare senza rischi”