La vicenda di Massimo Gramellini è triste. Riassumiamola: il vicediretore de La Stampa ha firmato un articolo per la sua rubrica “Buongiorno” che poi è risultato copiato. Una ragazza aveva inviato una lettera a “Specchio dei Tempi”, altra rubrica de La Stampa, e il giornalista si è appropriato della storia. Senza citare la fonte originaria. I suoi detrattori hanno gridato allo scandalo. Alcuni dei suoi lettori si sono indignati. Altri lo hanno già perdonato, perché lui comunque è un sagace fustigatore del malcostume italiano. Gramellini ha costruito la sua fortuna scagliandosi contro la furbizia e la corruzione dei politici e in generale contro il decadimento della morale pubblica. E, di contro, raccontando con irritante retorica esempi di civismo e onestà della parte sana della società. Alla quale, ora, alcuni si domandano se appartiene di diritto lo stesso Gramellini.
Il problema, come sempre, è ricordare. Qualche mese fa il popolare corsivista fu già preso con le mani nella marmellata. Si era impadronito di alcune battute di Selvaggia Lucarelli (!?) per ironizzare attorno alle minchionerie che caratterizzano la rivista For Men Magazine di Andrea Biavardi. Ecco, Gramellini è uno così. Talmente pieno di sé, talmente convinto di essere un prescelto, da concedersi il diritto di fare suo un testo che trova in rete o fra le lettere inviate al suo giornale. Tutto qui, niente di più. Poi spetta a noi capire se è un buon giornalista o un’altra cosa. Se leggere un buon libro o…
Un articolo interessante. Visto che siamo in tema di “sputt…” ehm volevo dire di rivelazioni, vorrei anche segnalare che la Littizzetto, collega di Gramellini nel salotto di “Che tempo che fa”, spesso copia le battute che circolano quotidianamente su facebook.