Sono trascorsi 15 anni dall’entrata in vigore dell’Euro. Euro-entusiati ed euro-scettici in tutto questo periodo si sono fronteggiati a suon di previsioni. I primi, decisamente più numerosi fra le istituzioni e le forze politiche, non è dato di sapere fra l’opinione pubblica poiché in Italia, a differenza di quanto accaduto in altri Paesi, non si è ritenuto di raccogliere il parere del popolo, hanno sempre sostenuto che l’euro avrebbe portato in Italia tassi di interesse più bassi, minore debito pubblico, stabilità finanziaria e maggiore crescita. Carlo Azeglio Ciampi, forse il maggiore euro-entusiasta, incontrando gli imprenditori italiani al Quirinale disse loro: «Ricordate quanto si pagava più di interessi rispetto ai concorrenti europei? Prima dell’euro lo Stato italiano era considerato un debitore meno affidabile di altri Stati. Ora siamo credibili quanto gli altri».
Secondo gli euro-scettici, invece, l’eurozona è soltanto il tentativo dei tedeschi di crearsi un mercato protetto, usando gli strumenti delle quote e dei divieti per uccidere le economie di tutti gli altri paesi.
I cittadini hanno sperato, sbuffato, imprecato. E prima ancora di capire chi aveva ragione si sono trovati immersi in una delle peggiori crisi economiche della storia recente.
Nei giorni scorsi The Economist ha pubblicato un grafico che mostra le variazioni del reddito pro capite – la quantità di PIL (prodotto interno lordo) mediamente posseduta dai cittadini di un determinato Stato, in sostanza un indicatore usato per misurare il benessere della popolazione – dal debutto dell’euro sui mercati finanziari a oggi. Il grafico comprende alcuni paesi che fanno parte dell’eurozona, altri che non ne fanno parte ma che sono nell’Unione Europea, altri extra-europei. I dati sono del Fondo Monetario Internazionale. Il pil pro capite della Germania, nonostante la crisi economica e la recessione, è salito del 20%, quello dell’Italia è calato del 3%.
Questi sono dati, il resto sono solo parole.
Per conquistare/affossare un paese ci sono 2 modi:
– guerra militare, a suon di fucili e cannoni;
– guerra finanziaria, a suon di restrizioni
quest’ultima è devastante tanto quanto, se non anocor di più, della prima.
La germania in queste cose è maestra.
MASSIMO
Da quello che mostra il grafico, però, si tratta di una guerra unicamente contro l’Italia? A che pro? Ripeto, siamo bravissimi a dare la colpa agli altri, ma noi?
In tutta sincerità mi pare che né Grillo né Salvini siano mai stati entusiasti dell’euro. Per il resto potresti avere ragione.
Resta l’inconfutabile verità che se solo l’Italia è in questa situazione, ultima della fila persino dopo la Grecia, la colpa non è certo “dell’euro” come tanti sbandierano adesso, dai Salvini ai Grillo, ma solo ed unicamente del sistema Italia. Resta l’inconfutabile verità che troviamo sempre tante colpe a tutti ma siamo bravissimi a farci male da soli.