Prima è arrivato il Corriere, che nell’intervista pubblicata lo scorso 12 settembre l’ha definito “l’uomo nuovo della nazionale”. Ieri si è accodato, strano per uno che di solito si chiama fuori dal coro, pure Giuliano Ferrara. Il direttore del Foglio si è speso in un autentico atto d’amore per lui, indicandolo come un nuovo tipo di italiano di cui il Paese ha bisogno. Lui è Simone Zaza, calciatore del Sassuolo, chiamato in Nazionale dal nuovo Commissario tecnico Conte. Vediamo quali sono i pregi che hanno fatto rapidamente salire le sue quotazioni:
1) non ha la patente. “Non ho mai avuto l’esigenza – ha dichiarato al Corriere. – Il mio migliore amico, Francesco, lavora qui vicino e mi porta in giro lui” (capirai! Pure io mi sarei liberato dell’auto da chissà quanto tempo se avessi l’amico chauffeur);
2) a cena preferisce andare con la mamma (tornano di moda i bamboccioni!);
3) è di Policoro (Matera). Embè, che razza di merito sarebbe?
Ferrara lo dipinge come un “orco angelicato”, un “ragazzone non carino, ma simpatico e amabile”. Per il Corriere addirittura è già il cocco d’Italia. Che palle! Siamo al solito personaggio montato ad arte dalla stampa. Serviva un anti-Balotelli, eccovelo servito. Non cascateci, vi prego! Zaza forse è un buon giocatore, magari anche un bravo ragazzo, ma se proprio sentite la necessità di un eroe, cercatelo altrove.
Zaza non ha il Cayenne e probabilmente non si gongola lungo le spiagge di Formentera con i boxer arrotolati sulle cosce. Però quella teoria di tatuaggi sulle braccia la vedo solo io?
Ma i giornali non hanno altro da dire?
La gente non ha bisogno di super eroi, nè tanto meno la nazionale italiana di calcio ha bisogno di giocatori “pompati” ad hoc e che si rivelano per quello che sono…
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