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Alleviamo Gattopardi

Ammazziamo il Gattopardo è un titolo roboante e riuscito, occorre riconoscerlo. Ma il nuovo libro di Alan Friedman  è soltanto un’operazione commerciale mascherata da scoop giornalistico. Tutto, ma proprio tutto puzza di bruciato. A partire dall’editore. Ma vi pare possibile che un libro dai contenuti davvero dirompenti, o addirittura rivoluzionari, venga pubblicato dalla casa editrice più compromessa e collusa con le classi dominanti e le strutte economiche e imprenditoriali manovrate da quelle stesse classi? Il Gruppo RCS è la “voce del padrone” e il suo quotidiano, il Corriere della Sera, lo stesso che, neppure tanto abilmente, ha distillato anticipazioni a scopo promozionale del libro di Friedman, è un’istituzione, è “la riserva editoriale della Repubblica italiana”.  Anzi è ancora qualcosa di più: è la casa dell’imprenditoria nostrana. Come è noto il Corriere non ha un editore, ma tanti azionisti di riferimento (tra gli altri Fiat, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Generali, Pesenti, Pirelli, Rotelli, Della Valle, Merloni, Unipol). Dentro al Patto di Rcs, che  ha ufficialmente governato il Gruppo dal 1984 fino allo scorso ottobre, Giovanni Bazoli, presidente di sorveglianza e padre di Intesa Sanpaolo, la prima banca d’Italia, azionista di maggioranza di Bankitalia, ha rappresentato (e tuttoggi rappresenta) il custode di un potere che parte dagli anni in cui c’era ancora l’Avvocato Agnelli e Fiat in Italia faceva il bello e il cattivo tempo e arriva ai giorni nostri, quello dello strapotere degli Istituti bancari e assicurativi. Ecco, domando un po’ a malincuore ai lettori che hanno tributato applausi soddisfatti al libro: ma davvero avete creduto, o peggio continuate a credere che vi siano state svelate verità fino a questo momento taciute? Davvero credete che dallo stesso allevamento che ha cresciuto, custodito e sfornato Gattopardi a ripetizione, piazzandoli nei gangli vitali della vita pubblica e privata italiana, sia improvvisamente sfuggita la pecora nera? Poveri illusi. Se provate a guardarlo da questa prospettiva, vi renderete conto che il titolo scelto da Friedman per il suo libro appare piuttosto irriverente, per non dire peggio, nei confronti di chi lo acquista e lo legge.
Il miglior commento a questa maldestra operazione commercial/editoriale l’ha twittato qualche settimana fa @fridaipse: “Ci dà lezioni di democrazia anche il doppiatore di Ollio, siamo davvero alle comiche”.