1

Expo 2015: di briccone in briccone si avvicina la kermesse

expo-vie_498

Ci risiamo. Expo 2015 torna a far parlare di sé per appalti truccati e corruzione. L’ultimo furbetto finito sotto la lente dei pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio è Antonio Acerbo, 65 anni, direttore Construction del Padiglione Italia e commissario delegato di Expo 2015 in relazione al progetto “Vie d’acqua”, ora indagato per corruzione e turbativa d’asta. Acerbo è stato direttore generale del Comune di Milano con la giunta Moratti. L’indagine in cui è rimasto coinvolto è una tranche dell’inchiesta che lo scorso maggio ha portato agli arresti, tra gli altri, di Gianstefano Frigerio, Luigi Grillo e Primo Greganti. Inchiesta riguardante una serie di irregolarità negli appalti di Expo e della sanità lombarda e che avrebbe accertato la presenza della cosiddetta ”cupola degli appalti”. Insomma, Expo 2015 si rivela sempre più per quello che è: una ghiotta occasione per manigoldi di ogni specie. Eppure proprio in questi giorni su Tv, radio e giornali è partita la grancassa per la vendita dei biglietti d’ingresso alla kermesse. Conduttori televisivi e radiofonici in brodo di giuggiole, pronti a magnificare il “grande” evento. Gli scandali? Echissenefega!!! L’Italia deve ripartire! D’altronde anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha detto che le indagini devono fare il loro corso (bontà sua), ma i lavori non si possono fermare. Dunque, arrivederci al prossimo briccone.

Ti può interessare anche:

https://alternativanomade.wordpress.com/2014/05/13/cose-questa-expo-della-vergogna-io-so/

https://alternativanomade.wordpress.com/2013/12/16/expo-milano-2015-nutrire-il-pianeta-ma-il-piatto-forte-e-il-cemento/

1

Il genio secondo Toyota

Campeggiano per le strade di Milano alcuni cartelloni pubblicitari della nuova Toyota Yaris Hybrid. Lo slogan recita: “Un’idea geniale. Come entrare gratis nell’area C”. Area C è la congestion charge che regola gli accessi nel centro di Milano. Per entrarvi è necessario attivare un titolo d’ingresso di 5 Euro. Ora, si dia il caso che la Toyota Yaris Hybrid è offerta in promozione (si fa per dire) a 15.950 Euro. A me pare più geniale recarsi in centro a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. E chi proprio non sa rinunciare alle quattro ruote, farebbe bene ad effettuare un’accurata manutenzione della propria vecchia auto. Con la cifra di 15.950 euro (a cui naturalmente si dovranno aggiungere costi per i tagliandi, l’assicurazione e il bollo) si possono acquistare ben 3.189 ingressi. C’è di che divertirsi, non trovate? Soprattutto a guardare i geni che entreranno “gratis” con la loro nuova e fiammeggiante Yaris Hybrid.

0

Ecomostri di ieri, oggi e domani

Ci sono molti giornalisti, specialmente fra le firme dei cosiddetti grandi quotidiani, per intenderci quelli che appartengono di diritto all’establishment dell’editoria bene e fanno sempre e solo informazione all’insegna di una presunta sobrietà, che scrivono articoli di parte spacciandoli per esempi di oggettività. La scorrettezza, è ovvio, non sta nel parteggiare, ma nel fingere di essere vestali della libera informazione.
Un esempio di questo modo di lavorare appare oggi nella colonna dei blog di corriere.it ed è firmato da Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera. Il pezzo s’intitola Ponte Lambro: dove c’era un (eco) mostro ora giocano i bambini. Si parla di un parco che ha cancellato lo scheletro di un edificio. Da una parte i cattivi: i pali in cemento armato dell’albergo mai finito per i mondiali di calcio del ’90 e il Caf, il triangolo Craxi Andreotti Forlani. Dall’altra i buoni: un nuovo spazio per passeggiare e giocare e Ada Lucia De Cesaris, assessore all’Urbanistica del Comune di Milano cui è attribuito il merito di questo risanamento ambientale atteso da anni dai residenti e più in generale dai milanesi. 

Ora, il recupero di una parte di periferia, pur piccola che sia, è senza dubbio una buona notizia. Sorprende però che sia salutato con tanto entusiasmo, ignorando il fatto che in numerose altre zone della città si sta consumando suolo con gran voracità. Domando al vicedirettore del Corriere di domandare a sua volta al “tosto assessore comunale” Ada Lucia De Cesaris, “un assessore che della tutela ambientale ha fatto un punto di merito” cosa simboleggiano i mastodontici cantieri che stanno vomitando un’infinità di nuovo cemento sulla città di Milano. Sarebbe interessante saperlo. L’ecomostro di Ponte Lambro “simboleggiava l’assalto alla diligenza che per anni ha fatto scempio del territorio”, scrive Schiavi. Bene, siamo tutti d’accordo. Questo invece cosa rappresenta?

Porta Nuova

E quest’altro?

Cemento

E quest’altro ancora?

cantiere expo 2015 2

Magari il “tosto assessore” che ha dimostrato che “quando si vuole, si può fare”, se interpellato dal vicedirettore del Corriere potrebbe fornirci qualche spiegazione e aiutarci a capire come mai il nuovo “sacco di Milano” si sta consumando nel silenzio assoluto.
Schiavi chiude così il suo post: “Nel nostro Paese ci sono ancora tanti ecomostri (fisici e metaforici) da abbattere”. Anche in questo caso, come non essere d’accordo? Peccato che agli ecomostri fisici in attesa di essere abbattuti se ne stanno già affiancando molti altri, che forse il vicedirettore riconoscerà come tali solo fra vent’anni.

1

La macchina del fard

Sono anni che Milano scivola nelle retrovie, ma nemmeno i più pessimisti si erano immaginati di dover assistere a ciò che sta accadendo in questi giorni. La triste querelle fra Dolce e Gabbana e la Giunta Pisapia è roba degna del peggior avanspettacolo. I due stilisti s’indignano per le parole dell’assessore comunale alle Attività produttive Franco D’Alfonso (“Qualora stilisti come Dolce e Gabbana dovessero avanzare richieste per spazi comunali, il Comune dovrebbe chiudere le porte, la moda è un’eccellenza nel mondo ma non abbiamo bisogno di farci rappresentare da evasori fiscali”) e per ripicca non alzano le saracinesche delle loro botteghe. Anzi twittano contro il Comune di Milano “Fate schifo”. Pisapia tace per 48 ore, poi sbotta: “D&G chiedano scusa a Milano. Gli indignati in questo caso siamo noi”.
Ecco, pensavamo di avere visto tutto (scandali su scandali, tangenti su tangenti, cemento su cemento) e invece c’è chi riesce a spingere l’asticella della desolazione ancora più in alto. I milanesi assistono rassegnati a questo scontro tra titani: da una parte imprenditori mutandari del cattivo gusto, dall’altra amministratori pubblici arroganti e incapaci. Amen.

dolce-gabbana