La vicenda umana di Carlo Mauri, nato a Rancio di Lecco il 25 marzo 1930, meriterebbe l’aggettivo leggendaria, ma uso il condizionale perché non sono affatto certo che a lui avrebbe fatto piacere questa attribuzione. A più di trent’anni dalla sua scomparsa, la mostra evento “Carlo Mauri. Io sono qui”, curata dalla figlia Francesca e ospitata fino al 26 maggio a Lecco, al Palazzo delle Paure, ripercorre la vita del Bigio, soprannome lombardo del Mauri, e celebra le sue imprese attraverso un percorso di immagini, filmati e, soprattutto, racconti.
Non sono quanti di voi potranno recarsi a Lecco per visitarla, ma senza dubbio si tratta di un’iniziativa bella e doverosa, perché la figura di Carlo Mauri non è ancora abbastanza conosciuta. Mauri è stato un uomo moderno e generoso eppure non è facile imbattersi in lui. Ad esempio, se cercate il suo nome nella Rete non troverete granché, o comunque molto meno di quanto sarebbe lecito attendersi. Il motivo va forse ricercato nel suo modo umile di attraversare la vita, nel suo alto ideale umano che lo ha spinto a vivere esperienze uniche e straordinarie rifiutando però la dimensione eroica. Continua a leggere